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Una destinazione inattesa

una destinazione inattesa riuso notturno

9 Feb, 2022

Simone De Lisi architetto

9 Feb, 2022

Area Ex-Fitram da Deposito mezzi a Hub Vaccinale

RIUSO

“rïuṡo s. m. [der. di riusare]. – Il fatto di riusare, come nuova o ulteriore utilizzazione” […] “l’utilizzazione di vecchi edifici, spec. pubblici (o anche luoghi o aree in genere) con destinazione a nuove e diverse funzioni, soprattutto a fini sociali o culturali”.

Riuso, in Enciclopedia Italiana on line, voce consultata il 17/01/2022, [In Rete] www.treccani.it/vocabolario/riuso.

Arrivando in città provenendo dall’autostrada si può facilmente notare ciò che rimane di un quartiere ancora in fase di definizione. Qui è stato realizzato, negli ultimi anni, l’importante progetto di recupero architettonico e la conseguente rigenerazione urbana dell’area Ex-Fitram, centro nevralgico del primo servizio di trasporto della Spezia.

Intorno alla fine dell’Ottocento, dopo non poche difficoltà iniziali, venne sottoscritta la convenzione tra l’allora Sindaco della Spezia e la Società italiana di Industrie Elettriche per la realizzazione di una rete tranviaria, indirizzata al trasporto di merci e persone, il Deposito e le Officine da localizzarsi nei pressi del Canaletto. Data la necessità, i lavori non tardarono ad iniziare e solo qualche anno dopo, precisamente il 22 Luglio 1902, venne inaugurato il primo servizio di trasporto cittadino, costituito da tre line principali che collegavano i poli di maggior interesse della città. Negli anni a seguire, poco alla volta, l’infrastruttura si estese come in nessun’altra città europea del tempo, facilitando così gli spostamenti lungo l’intero Golfo.

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La caduta in disuso

La difficile gestione dell’infrastruttura e i conflitti bellici spinsero alla municipalizzazione del servizio pubblico, che dal 1948 fu preso in carico dall’Azienda Municipalizzata Filo-Tranviaria FI.TR.A.M. la quale, su volere dell’amministrazione locale, istituì nuove linee di comunicazione e trasformò la maggior parte della circolazione cittadina da tranviaria a filoviaria, sistema parzialmente impiegato ancora oggi. L’attività cessò verso la fine degli anni Settanta, nel momento in cui venne istituita l’Azienda Trasporti Consortile A.T.C., per il potenziamento delle linee e del numero dei mezzi in grado di modellare il servizio pubblico cittadino alle accresciute richieste originate dalla consistente espansione urbana avvenuta in quegli anni. La nuova flotta necessitava, tuttavia, di maggior spazio e moderne strutture per la manutenzione nonché una sede adeguata per la gestione, di conseguenza venne individuata un’area, nella parte Nord-Est della città, idonea a rispondere alle sopraggiunte esigenze.

Il dislocamento provocò il quasi totale inutilizzo dello storico deposito del Canaletto che nel giro di qualche anno venne dismesso. Lo stato di abbandono e il progressivo degrado dell’area generarono, nel tempo, una “zona stagnante” priva di utilità economica e sociale, condizione questa che definisce una seria criticità territoriale, tanto più grave in quanto presente all’interno di un quartiere dalla forte propensione alla produttività e alla creazione di valore economico, favorito dall’adiacente porto mercantile. Un luogo che rappresenta per la città un bacino importante, non solo in termini di rendimento finanziario ma anche di occupazione e formazione.

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Una destinazione inattesa: il nuovo progetto

Solo nel 2013 l’amministrazione comunale inserì l’Ex Fitram in un programma di finanziamento finalizzato al recupero del complesso, con lo scopo di riqualificare l’area e il patrimonio edilizio esistente, donando così ai cittadini un luogo per la cultura e la socialità che per molti anni gli rimase precluso.

Seguendo la volontà dell’amministrazione, l’intervento dello studio di architettura 5+1AA di Genova, è stato progettato con l’obiettivo di ricucire i luoghi di interesse circostanti creando uno spazio sociale, delimitato dalle preesistenze storiche del complesso, caratterizzate da un’architettura severa con struttura in pietra e copertura in capriate metalliche tipiche dei manufatti industriali Ottocenteschi. L’edificio sud del complesso, un tempo locale caldaie per la fornitura dell’energia dei mezzi di locomozione, oggi ospita la nuova sede della Biblioteca Civica P. M. Beghi il cui volume originario è stato ingrandito mediante l’inserimento  di una nuova architettura tesa verso il mare, in grado di generare un portico, luogo di incontro ed ingresso della biblioteca. L’uso di materiali e linee contemporanee gli permettono di distinguersi dalle preesistenze e allo stesso tempo di metterle in risalto.

I grandi spazi interni, un tempo cuore del sistema di locomozione cittadino, oggi disposti su tre livelli, sono del tutto rinnovati e sfruttano sapientemente le grandi aperture della copertura per illuminare in modo naturale le accoglienti sale lettura delle biblioteca.
Il fabbricato storicamente impiegato come deposito e officina fa parte del secondo lotto del complesso oggetto del recupero. La progettazione è stata curata dagli uffici tecnici comunali e l’intervento è stato concepito mirando a ripulire il manufatto preservandone solo i caratteri più identitari ed ottenendo così un capiente open space in grado di accogliere manifestazioni ed eventi.

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Una destinazione inattesa: Area Ex-Fitram da Deposito mezzi a Hub Vaccinale

Segnalato tra i Grandi Progetti Europei del 2017 l’intervento assolve le finalità di riconnessione territoriale-economica-sociale mediante soluzioni progettuali indirizzate alla rigenerazione urbana e al recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente riconvertendo un’area, dimenticata ma strategicamente incardinata nel tessuto urbano, in uno spazio pubblico fruibile dalla comunità.
Arginare il grave fenomeno dei “vuoti urbani”, luoghi divenuti sterili e peso economico per la collettività e che, nonostante tutto, conservano una memoria storica, diventa fattibile mediante la rilettura preliminare del contesto, l’identificazione di limiti e valori, l’interpretazione di piccoli indizi inseriti in scenari più ampi, l’intuizione delle necessità e infine la destinazione a eventuali nuovi usi, prefigurando sviluppi futuri.

Oggi lo storico deposito mezzi poi riconvertito a spazio per la socialità, a seguito dell’improvvisa pandemia, è stato trasformato nel principale Centro Vaccinale COVID-19 Spezzino. Infatti, proprio per le sue caratteristiche l’edificio si presta facilmente alle continue ridistribuzioni interne, assecondando le esigenze organizzative della somministrazione vaccinale, sempre in evoluzione.
Il cambiamento è impresso nel destino di ogni opera di architettura e nel legame empatico acquisito con la comunità, espressione di speranze, timori, esperienze condivise, risiede il presupposto della futura memoria collettiva del luogo.

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