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Ricette estive

È giunto il momento di ogni buona forchetta, accomodiamoci approfittando di una filosofia green, sostenibile e a cui, magari, va il merito di farci risparmiare un po’ di soldini.

La morte della melanzana è il formaggio, sapido, dolce o pastoso che sia. Noi preferiamo vedere nel dettaglio qualcosa a cui collegare un concetto di genuinità, e applicarlo su uno degli ortaggi più versatili in cucina. Per loro natura, prodotti quali la melanzana possono essere cucinati secondo diverse e svariate ricette, grazie a una consistenza neutra e leggermente amarognola. Le melanzane si riescono a gustare preparate al forno, in padella, fredde, calde, saltate sulla piastra e in un numero infinito di ricette light. Tuttavia, volendo noi goderci l’estate, cercheremo di esaltare la melanzana dal suo lato tenero e meno calorico: vi proponiamo di grigliarla, accompagnandola con una salsa particolare, dal vago retrogusto spicy, che si affida alle acciughe – o, in mancanza, alle alici. Ricordate di togliere il picciolo e occupatevi di tagliare il tutto a fettine dello spessore di circa mezzo centimetro: lavare le melanzane e mondarle con una prima manciata di sale grosso, disponendole a strati per circa una mezzoretta, di modo che perdano l’amaro; la base per la salsa la preparate scaldando in casseruola l’olio con un pochino di aglio fresco pronto da togliere in seguito, a cui unirete i filetti di acciuga, avendo l’accortezza di aspettare che il caldo, a fiamma lenta, e l’aiuto di una forchetta, le facciano scogliere. A questo punto eliminate l’aglio e mettete nella vostra salsa il prezze molo tritato. Mentre le melanzane, nel frattempo, sono state grigliate e girate per ottenere la morbidezza desiderata, versate la salsa e lasciate raffreddare. Avete appena ottenuto un leggero, ma molto gustoso, piatto unico estivo.

 

Torniamo a parlare di dolcezza. I puristi consumano il melone assieme al prosciutto, l’equivalente del marchio di fabbrica italianissimo che anche gli stranieri, ignari della stagionalità di questo frutto, tendono a ordinare con frequenza. In effetti, le ricette salate esaltano la bontà indescrivibile del melone, polposo, ma non così tanto zuccherino. Le ricette inusuali che andiamo a proporre lo vedono protagonista di involtini, spiedini agrodolci, sepolto in un letto di fragole e ciliegie, e … in insalata. Avete mai pensato di preparare una miscellanea cremosa con indivia e Philadelphia? Se troppo amara, ovviate per un trito di pomodori, prezzemolo, feta e peperoni tostati, una vera delizia. Il melone retato, tagliato a dadini, diventerà il vostro piatto preferito accompagnato da bacon croccante e una salsina agrodolce che ricorda la mostarda, o caramellando direttamente il bacon con un salto veloce in padella.

Che l’anguria sia un frutto miracoloso, l’abbiamo visto prima. D’estate, mangiarne un pezzetto ogni giorno permette di proteggere la pelle dai rischi legati all’irradiazione degli ultravioletti del sole, disseta ed idrata. Una alternativa allo sciacquarsi la bocca, finito il pasto, con la semplice polpa, è quella di rivisitarla alla maniera dei bar: anguria in sorbetto. Prima di frullare l’anguria, eliminate tutti i semi. Cercate di ottenere dei tocchetti, che saranno più semplici da impilare nell’estrattore o direttamente nel frullatore, aggiungetevi succo di limone filtrato e un po’ di sciroppo del gusto che preferite (o preparatelo per conto vostro: basta disporre lo zucchero in un pentolino antiaderente, unirci l’acqua, e cuocere a fuoco lento fino a che lo zucchero non si scioglie). Versate la purea in una vaschetta di acciaio e fatela riposare all’interno del freezer per circa due o tre ore, mescolando ogni mezz’ora per frantumare i cristalli di ghiaccio probabilmente formatisi. Il sorbetto, al netto, è un modo originale e fresco di estrarre il massimo dal tesoro contenuto dentro l’anguria, ma non disdegniamo il gazpacho, che per i non addetti ai lavori riassume il meglio dei vegetali crudi allietandoci, cucchiaio alla mano, nei panni di un zuppa fredda. Potete pensare ad una variante con peperoni crudi, cumino (od aneto) e pomodori. Cogliendo l’occasione per una aggiunta di qualche fetta di anguria, troviamo in pole position, servendo il gazpacho, i benefici della vitamina C, di cui sono ricchissimi gli stessi peperoni, e del licopene, pigmento rosso di un tipo che coadiuva l’azione anti infiammatoria e presente in entrambi gli ingredienti rimasti, sia pomodoro, sia anguria.

di Erika Giorgetti

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