Nei territori del Magazine: la Val di Magra

Nei territori del Magazine: la Val di Magra
Se la Lunigiana, con la magia e il mistero che pervadono l’incontaminato paesaggio dei suoi Borghi, quasi identici a centinaia di anni fa, è il cuore silenzioso, la parte misteriosa, la dimora storica tra le “Terre del Magazine”, la sua naturale prosecuzione è una vallata che, ad ogni sorgere del sole risplende di luce propria. Una valle che parte da quel cuore cupo e silente, di cui era parte integrante nella storia, e abbraccia il corso di un fiume singolare: il Magra…
Sono le sue acque, infatti, a catturare i primi raggi del sole che sorge, come vessilli di un mattino denso di poesia: l’alba nasce fra i boschi brumosi, ma la sua luce scivola man mano lungo il fiume, fino alla foce, con curve sinuose che, rallentando dolcemente la loro corsa e modellando il paesaggio come fertile creta fra le mani di un artista millenario – il fiume stesso – e danno vita alla Valle del Magra.


Il fiume Magra e la bassa Val di Magra
Nonostante il fiume abbia un corso piuttosto breve (62 chilometri), il suo tracciato offre scenari molto diversi tra loro, a cominciare dai grandi contrafforti dell’Appennino Tosco-Emiliano, dai margini delle creste rocciose delle Apuane, dove sgorga la sorgente, continuando con l’ampia vallata dell’entroterra
fino alla costa luminosa con il suo litorale sabbioso, luogo di riposo e di nidificazione per cormorani, gabbiani reali, paragoni, sterne e persino per lo sfuggente martin pescatore.
Nello specifico, però, l’ecosistema più caratteristico e vitale lo si trova nel lembo di pianura compreso fra le province della Spezia e Massa e Carrara, dove le acque sfociano direttamente nell’azzurro del Mar Ligure, a poca distanza dal Golfo dei Poeti.
Quest’ultimo tratto pianeggiante viene definito Bassa Val di Magra, ed è quello che andiamo a prendere in considerazione: un forziere traboccante di gioie per gli occhi, aperto fra due dorsali, la cui parte occidentale ha come confine il promontorio del Golfo Spezzino e quella orientale il Monte Cornoviglio, diretta propaggine delle Apuane…un vero tripudio di vita, concentrato negli ultimi cinque chilometri prima della foce e dovuto al rallentamento della corsa del Magra per la diminuzione di dislivello, all’altezza di Aulla; da Santo Stefano in poi, infatti, il Magra diventa zona fluviale e il suo unico affluente è il Vara. Insieme disegnano ampie curve sino al mare e il florido suolo lascia crescere indisturbato il salice, il pioppo, l’euforbia, il ripaiolo, il cipresso e il biancospino, con vaste macchie cedue e di aghifoglie.

Nei territori del Magazine: la Val di Magra, una terra di passaggio
E’ la storia stessa che ci descrive questa valle come una terra di passaggio, le cui vie di comunicazione e la cui abbondanza di vita hanno favorito gli scambi commerciali, culturali e artistici.
Da ricordare l’antica Via Francigena, grande arteria di comunicazione che al tempo del Cristianesimo ha accompagnato i fedeli fino a Roma, sede di San Pietro, del Vaticano, e della loro spiritualità.
Grazie a questo intenso e continuo pellegrinaggio, la vicina città di Luni, già famosa come tratto inconfondibile della Lunigiana, divenne Città Cristiana e, in seguito, alla fine del paganesimo, sede vescovile.
Sede poi trasferita a Sarzana, tuttora moderno centro di artigianato, agricoltura e turismo, con una storia fuori dal comune e con le antiche mura della città quasi completamente intatte (da ammirare le impressionanti fortezze del Borgo e di Sarzanello); assieme ad Arcola, Ameglia, Castelnuovo Magra, Luni, Santo Stefano di Magra e Vezzano Ligure, Sarzana costituisce ancora oggi parte dell’insieme dei sette comuni spezzini della Bassa Valle del Magra.

Nei territori del Magazine: la Val di Magra, tra antico e moderno
Sotto il dominio dei Marchesi Malaspina – gli stessi citati da Dante per la loro garbata ospitalità – la Valle del Magra è tornata ad essere ancor più fertile di prima, arricchita dalle prime coltivazioni di seminativo arborato (ovvero vigne e uliveti). I declivi erbosi in cui essi crescono fanno da cornice alle anse dell’estuario e ai borghi arroccati sui monti, tutti facilmente raggiungibili eppure dall’aria così inaccessibile… E’ perciò il contrasto tra antico e moderno, fra realtà rurale e grandi arterie di comunicazione, a distinguere ulteriormente la Val del Magra.
Se siete degli eterni indecisi e non sapete a quale passione piegarvi, questo sarà senza dubbio il posto giusto: offre attrattive turistiche di prima scelta con una varietà di eventi che riempiranno sicuramente ogni giorno della vostra permanenza! I castelli, che conservano gli antichi arredi dei feudatari e ospitano famosi musei culturali (non per altro la Valle è chiamata anche Terra dei Cento Castelli), agriturismi a gestione familiare che garantiscono indimenticabili traversate dell’Appennino a cavallo, taverne in cui gustare specialità culinarie liguri e toscane quali farinata di ceci, torte salate di riso ed erbi, il tutto rigorosamente fatto in casa, così come l’olio e gli apprezzatissimi funghi.

Nei territori del Magazine: la Val di Magra, tra antico e moderno
Se siete, invece, amanti dell’antiquariato, sempre a Sarzana si svolgono importanti manifestazioni stagionali che raccolgono mercanzia da tutto il territorio. Altro evento di particolare interesse è il “Maggio”, che raccoglie il favore di tutti i paesi della valle: con feste in costume che evocano gli alti ideali dell’amore, della fede e dell’onore.
E, infine, una nota di merito a Luni, dove potrete apprezzare le inconsuete opere esposte al Museo degli scavi e dell’anfiteatro dell’antica città che quando vi sbarcarono i Vichinghi credettero di aver conquistato Roma, come racconta in un prezioso volume Sergio Bianchelli.
Curiosità a parte, vi siete già accorti di esservi dimenticati qualcosa a casa nella fretta di partire?
Non importa, va bene tutto, purché non sia la macchina fotografica o il cellulare di ultima generazione, compagni essenziali in questo viaggio nella Valle del Magra, alla scoperta delle sue meraviglie, prima fra tutte la natura, che esplode di forza e di colori in un ambiente autoctono e sempre verdeggiante, inscindibile sodalizio fra l’uomo e le sue origini.
Qui il tempo scorre a misura d’uomo, come dovrebbe essere dovunque, in ogni luogo, sempre.
Un luogo di rifugio ideale per stabilirvisi a carattere duraturo dimenticando i problemi e le angosce della frenesia quotidiana.
di Gino Giorgetti
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